Il periodo natalizio, nell’immaginario collettivo, si dipinge come un magico capitolo di felicità, un’opportunità per immergersi nell’abbraccio familiare, per dedicarsi a momenti di introspezione e per assaporare l’atmosfera vibrante che pervade le strade, ma soprattutto i nostri rifugi domestici. Il Natale, oltre a essere un simbolo di condivisione e convivialità, rappresenta un’epoca in cui il desiderio di stringerci ai nostri cari si fa palpabile, e molte persone intraprendono viaggi e sacrifici pur di immergersi nel tepore famigliare e condividere la gioia di ritrovarsi intorno a un tavolo imbandito di prelibatezze.
Nonostante le scintillanti luci colorate e gli alberi addobbati, a volte, questa festa può evocare sentimenti profondi di tristezza, un’ombra che si manifesta sotto il nome di “Christmas blues“. Questo stato d’animo, più comune di quanto si possa immaginare, si insinua nel cuore delle persone durante il periodo natalizio, non limitandosi necessariamente a chi è afflitto da disturbi dell’umore. Le cause di questa melancolia variano: dalla solitudine, ai ricordi e alle tradizioni di un passato che impedisce di vivere appieno il presente, alle riunioni familiari che possono trasformarsi in esperienze spiacevoli, fino alla cruda realtà della perdita di una persona cara.
Affrontare il Natale per coloro che hanno appena perso un essere amato diventa un compito straordinariamente difficile. La visione della sedia vuota durante i pranzi e le cene familiari amplifica il dolore della perdita, risvegliando con intensità i ricordi felici e le tradizioni familiari che di solito vengono celebrate con quella persona speciale appena scomparsa. Il Natale, per sua natura, accentua il dolore del lutto poiché è inevitabile associare questa festività ai momenti di gioia trascorsi con chi non c’è più. La sedia vuota diventa un simbolo tangibile, facendo emergere in modo più vivido l’assenza e il vuoto, aumentando così il senso di perdita.
Le convenzioni sociali e gli obblighi festivi possono portare con sé un bagaglio di ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi e anedonia. L’arrivo del Natale può suscitare isolamento, sintomi depressivi e talvolta anche rabbia, specialmente per coloro che faticano ad abbracciare lo spirito festivo dopo aver subito una perdita. La diminuzione degli impegni lavorativi e scolastici, a favore di un maggiore tempo trascorso in casa e in famiglia, può acuire la sofferenza e il senso di solitudine per chi affronta il dolore di una recente perdita. Il maggior tempo a disposizione può essere una doppia spada, portando a un incontro più profondo con il dolore della perdita e facendo emergere vissuti emotivi che possono risultare travolgenti.
In un periodo così delicato, emozioni come la tristezza, la malinconia, ma anche la rabbia e la paura, emergono con più facilità e possono risultare complesse da gestire. La “felicità” degli altri e i momenti di gioia festiva possono infastidire e accentuare il senso di isolamento. Il Natale senza una persona cara si trasforma in un’esperienza di sentimenti contrastanti: da un lato, il dolore acuto della perdita e l’inesorabile senso di assenza che permea ogni aspetto delle festività; dall’altro, i ricordi preziosi di momenti trascorsi insieme, capaci di regalare un sorriso e un senso di connessione con la persona amata che non è più con noi.
Molte persone in lutto, specialmente nel primo Natale successivo alla perdita, scelgono di evitare le celebrazioni. Propongono di continuare le proprie vite come se fosse un giorno ordinario. Altre famiglie preferiscono adottare un approccio diverso, magari organizzando viaggi in luoghi lontani. L’obiettivo è spesso quello di sfuggire alle connotazioni temporali di queste festività, di dimenticare le date e ciò che è accaduto. La fuga e l’evitamento, reazioni umane comprensibili, tuttavia, nonostante ci si allontani fisicamente dalla sedia vuota, il dolore della perdita rimane un compagno silenzioso, seguendo ovunque si vada.
Quello che diventa evidente è che la perdita di una persona cara altera profondamente il modo in cui percepiamo, sentiamo e viviamo le festività. In un momento così delicato, è importante ricordare che l’elaborazione del lutto è un processo individuale e unico per ciascun individuo. Tuttavia, ci sono strategie che possono agevolare questo percorso, come l’accoglienza delle proprie emozioni. Il fatto che, in un clima festoso, ci si senta tristi o malinconici non implica alcuna “errata interpretazione” o la necessità di sforzarsi per adeguarsi al contesto. È essenziale ascoltare la tristezza e coglierne il significato, poiché può rivelarsi un compagno prezioso nella via dell’elaborazione.
Si possono creare nuove tradizioni natalizie che onorino la memoria della persona scomparsa, magari attraverso la condivisione di storie e ricordi speciali, o mediante la creazione di nuovi rituali che conservano l’amore e la presenza di chi non c’è più. Fondamentale è anche evitare l’isolamento totale durante questo periodo e non rinunciare completamente alla festa e al Natale. Questi sono solo alcuni suggerimenti che possono aiutarci a vivere in modo più sereno i periodi di festività.
Se, tuttavia, i sentimenti di tristezza e solitudine dovessero diventare schiaccianti e difficili da sopportare, sarebbe consigliabile rivolgersi a un professionista. In un contesto di ascolto e supporto, si possono trovare risorse e strategie personalizzate per affrontare il dolore e iniziare un percorso di guarigione.
In fondo, il Natale, con la sua aura di festa, dovrebbe essere un momento di condivisione e compassione, non solo verso gli altri, ma anche verso noi stessi.
Autore:
Dott.ssa Chiara Catini
Psicologa clinica e specializzanda in psicoterapia cognitiva comportamentale dell’età evolutiva e adulta
6 Commenti
un bellissimo articolo, delle riflessioni vivide, i vivo con quello che è scritto sul Christmas blues, giorni particolari quelli del Natale e io dico che lo festeggiamo anche per loro.
Salve io sono Maria Pia e vi scrivo da New York ho letto l’articolo nelle news di Google e mi piace tanto, le origini che io ho sono vicino di voi a Macerata mia sorella ancora abita lì. Ciao
Grazie mille per il commento.
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